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L'Associazione temporanea d'Impresa "Cereali Antichi del Pollino" ha come obiettivo quello di formare un paniere unico dei prodotti dell’area e proporli sul mercato regionale ed extraregionale.

Il fine è quello di produrre materie prime nell’area Sud della Basilicata (territorio del GAL “La Cittadella del Sapere”) per la trasformazione in farine, così da arricchire l’offerta agro-alimentare e l’utilizzo delle stesse nella ristorazione e nella panificazione, al fine di riproporre piatti tipici della tradizione locale.

Lo scopo, in sintesi, del progetto è la valorizzazione e la coltivazione dei cereali nella valle del Serrapotamo e del Sarmento con la realizzazione di una “microfiliera”, legata alla produzione, tradizione e al valore aggiunto locale, mettendo in rete tutti i soggetti interessati alla promozione del territorio.

Il modello organizzativo della filiera “Cereali antichi del Pollino” è costituito da 18 Partner, di cui:

Un fattore determinante è che tutte le aziende che costituiscono la Filiera rientrano nel territorio del Parco Nazionale del Pollino ed in aree ZPS.


Tale aspetto risulterà rilevante perché consentirà ad un area interna della regione Basilicata di riprendere visibilità, sfruttando l’immagine del Parco nazionale del Pollino, recuperando la coltivazione di territori sempre più abbandonati negli ultimi anni. Si punterà alla valorizzazione di prodotti tipici del territorio, come la “Carosella del Pollino” una varietà di Frumento Tenero antico per la quale è stata richiesta la DOP ed altri cereali antichi come la “Saragolla Lucana”, il” Grano ricco” ecc..

A tal proposito proprio la produzione potrà beneficiare di un territorio vasto ed eterogeneo, sia per altitudine che va dai 300 m.sl.m fino a 1100 m.sl.m, sia per microclima e temperature differenti. Tali caratteristiche permettono di incrementare la qualità e di ottenere un prodotto con caratteristiche uniche e differenti, strettamente collegate alla natura dei luoghi e del territorio incontaminato come quello del Parco Nazionale del Pollino.

Il mercato locale ha riscoperto prodotti e derivati tipici che ormai da anni erano quasi scomparsi, frutto di un lavoro minuzioso svolto da produttori, trasformatori e panificatori, che con le filiera “Cereali Antichi del Pollino” mira ad affermarsi sia sul territorio locale ma anche su quello nazionale.

Risultati attesi

• l’aumento della biodiversità vegetale e animale, reintroducendo altre specie nelle coltivazioni mediante la rotazione dei campi per creare un ambiente che potesse favorire la sopravvivenza dell’avifauna ivi presente;

• l’organizzazione di una microfiliera locale, con lo scopo di realizzare tutte le fasi della catena in una zona, dalla produzione in campo (gestione agronomica) fino alla trasformazione e alla vendita;

• la produzione di materie prime di alta qualità, che possano essere rappresentative di un luogo;

• la diversificazione delle produzioni agro-alimentari, arricchendo il paniere dei prodotti già presenti nel territorio del Gal, la salvaguardia e la promozione delle tradizioni locali. Creando eventi culturali che possano testimoniare e valorizzare i prodotti tipici.


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Sistemi agricoli
low input e biologici.

Un altro aspetto da mettere in evidenza è il forte legame fra le colture minori e i sistemi agricoli low input e biologici. Questi sono caratterizzati da alcuni elementi peculiari, quali la diversificazione colturale, le piccole dimensioni, la più diffusa presenza in territori con particolari caratteristiche agronomiche, paesaggistiche o in aree naturali protette.

Sono tutti elementi che depongono certamente a favore di un approccio a basso input energetico della coltivazione, verso produzioni di piccole dimensioni e tipicizzabili sul mercato, quindi verso colture di nicchia.

Gli obiettivi strategici alla base della microfiliera sono:

 

  • Sostenere la competitività delle imprese cerealicole con politiche di rimozione delle principali criticità lungo la filiera. Tale obiettivo è perseguibile con un approccio integrato, agendo su diverse linee di intervento:

    a)  orientamento dell’offerta alla domanda con politiche di qualità delle produzioni accompagnate da politiche di indirizzo dei processi produttivi sostenibili sotto il profilo economico, ambientale e della sicurezza alimentare;

    b) rafforzamento della produzione nazionale, in termini di quantità e qualità prodotte;

    c) recupero di margini di redditività in tutti i segmenti della filiera cerealicola realizzata con la creazione di nuove relazioni attraverso le intese di filiera e i contratti quadro;

    d) aumento della dimensione economica delle imprese lungo l’arco di tutta la filiera, attraverso forme di cooperazione economica.

  • Modernizzazione del settore con interventi normativi e processi di innovazione, atti a sostenere il settore nel raggiungimento degli obiettivi della nuova PAC.
  • Potenziamento e ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali e logistiche.
  • Indirizzare la ricerca verso traguardi coerenti con i predetti obiettivi, sostenendola mediante specifiche risorse da razionalizzare e coordinare.
  • Favorire la conoscenza e la penetrazione sui mercati extraregionali.