L'Associazione temporanea d'Impresa "Cereali Antichi del Pollino" ha come obiettivo quello di formare un paniere unico dei prodotti dell’area e proporli sul mercato regionale ed extraregionale.
Il fine è quello di produrre materie prime nell’area Sud della Basilicata (territorio del GAL “La Cittadella del Sapere”) per la trasformazione in farine, così da arricchire l’offerta agro-alimentare e l’utilizzo delle stesse nella ristorazione e nella panificazione, al fine di riproporre piatti tipici della tradizione locale.
Lo scopo, in sintesi, del progetto è la valorizzazione e la coltivazione dei cereali nella valle del Serrapotamo e del Sarmento con la realizzazione di una “microfiliera”, legata alla produzione, tradizione e al valore aggiunto locale, mettendo in rete tutti i soggetti interessati alla promozione del territorio.
Il modello organizzativo della filiera “Cereali antichi del Pollino” è costituito da 18 Partner, di cui:
Coltivatori
16 sono le aziende agricole che si occuperanno della fase di produzione. Sfruttando al meglio la professionalità e le conoscenze che ormai da anni hanno maturato sul territorio nonostante le difficoltà oggettive.
La filiera “Cereali antichi del Pollino” tramite accordi di coltivazione e fornitura tra i partner potrà già partire da una base solida e concreta di prodotto, con delle produzioni previste che mirano negli anni a crescere.
Mulini
2 le aziende molitrici all’interno della filiera “Cereali antichi del Pollino” che si occuperanno della trasformazione, esse avranno un ruolo determinante, insieme punteranno ad aumentare i volumi di lavorazione nei prossimi cinque anni.
In collaborazione con le aziende produttrici assegnate singolarmente ad ogni Mulino si partirà da una base di circa 900 ql di produzione prevista, che nei prossimi anni si cercherà di raddoppiare.
Azienda Commerciale
1 è l'azienda che si occuperà della commercializzazione, che mirerà ad affermarsi sia sul mercato regionale che extra-regionale.
L’impresa che si occuperà della commercializzazione dei prodotti primari o della farina lavorata anche dagli altri mulini è il Mulinificio e biscottificio Padre Covile di Arleo Antonio & c. Snc, il quale ha sottoscritto un precontratto di fornitura con il mulino di Cantisani.
Un fattore determinante è che tutte le aziende che costituiscono la Filiera rientrano nel territorio del Parco Nazionale del Pollino ed in aree ZPS.
Tale aspetto risulterà rilevante perché consentirà ad un area interna della regione Basilicata di riprendere visibilità, sfruttando l’immagine del Parco nazionale del Pollino, recuperando la coltivazione di territori sempre più abbandonati negli ultimi anni. Si punterà alla valorizzazione di prodotti tipici del territorio, come la “Carosella del Pollino” una varietà di Frumento Tenero antico per la quale è stata richiesta la DOP ed altri cereali antichi come la “Saragolla Lucana”, il” Grano ricco” ecc..
A tal proposito proprio la produzione potrà beneficiare di un territorio vasto ed eterogeneo, sia per altitudine che va dai 300 m.sl.m fino a 1100 m.sl.m, sia per microclima e temperature differenti. Tali caratteristiche permettono di incrementare la qualità e di ottenere un prodotto con caratteristiche uniche e differenti, strettamente collegate alla natura dei luoghi e del territorio incontaminato come quello del Parco Nazionale del Pollino.
Il mercato locale ha riscoperto prodotti e derivati tipici che ormai da anni erano quasi scomparsi, frutto di un lavoro minuzioso svolto da produttori, trasformatori e panificatori, che con le filiera “Cereali Antichi del Pollino” mira ad affermarsi sia sul territorio locale ma anche su quello nazionale.
Risultati attesi
• l’aumento della biodiversità vegetale e animale, reintroducendo altre specie nelle coltivazioni mediante la rotazione dei campi per creare un ambiente che potesse favorire la sopravvivenza dell’avifauna ivi presente;
• l’organizzazione di una microfiliera locale, con lo scopo di realizzare tutte le fasi della catena in una zona, dalla produzione in campo (gestione agronomica) fino alla trasformazione e alla vendita;
• la produzione di materie prime di alta qualità, che possano essere rappresentative di un luogo;
• la diversificazione delle produzioni agro-alimentari, arricchendo il paniere dei prodotti già presenti nel territorio del Gal, la salvaguardia e la promozione delle tradizioni locali. Creando eventi culturali che possano testimoniare e valorizzare i prodotti tipici.
Gli obiettivi strategici alla base della microfiliera sono:
- Sostenere la competitività delle imprese cerealicole con politiche di rimozione delle principali criticità lungo la filiera. Tale obiettivo è perseguibile con un approccio integrato, agendo su diverse linee di intervento:
a) orientamento dell’offerta alla domanda con politiche di qualità delle produzioni accompagnate da politiche di indirizzo dei processi produttivi sostenibili sotto il profilo economico, ambientale e della sicurezza alimentare;
b) rafforzamento della produzione nazionale, in termini di quantità e qualità prodotte;
c) recupero di margini di redditività in tutti i segmenti della filiera cerealicola realizzata con la creazione di nuove relazioni attraverso le intese di filiera e i contratti quadro;
d) aumento della dimensione economica delle imprese lungo l’arco di tutta la filiera, attraverso forme di cooperazione economica.
- Modernizzazione del settore con interventi normativi e processi di innovazione, atti a sostenere il settore nel raggiungimento degli obiettivi della nuova PAC.
- Potenziamento e ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali e logistiche.
- Indirizzare la ricerca verso traguardi coerenti con i predetti obiettivi, sostenendola mediante specifiche risorse da razionalizzare e coordinare.
- Favorire la conoscenza e la penetrazione sui mercati extraregionali.
A ll’interno della microfiliera, l’innalzamento del livello qualitativo delle produzioni è un presupposto essenziale per normalizzarne i prezzi, per consolidare l’interesse all’offerta locale e regionale della nostra industria che da sempre esprime il bisogno di un mercato stabile.
G li operatori agricoli oggi sono più liberi nella decisione di “cosa produrre” ma anche “di non produrre”; pur con tutte le conseguenze che tale scelta comporta. Tuttavia, hanno una chance in più, nel decidere come produrre e “per chi” produrre, in un contesto di “cooperazione produttivo-commerciale” le cui regole stanno progressivamente consolidandosi.
L a “filiera pane” e la “filiera pasta” costituiscono due ambiti sui quali la nostra agricoltura può massimizzare le proprie capacità endogene mediante una valorizzazione delle proprie risorse produttive: la coniugazione del “fattore ambiente” e del “fattore alimentazione” può originare percorsi di qualità unici.